giorgio levi

Notizie da paura, raddoppiati in televisione e sui giornali gli spazi dedicati alle brutture del mondo

Il Foglio li chiama “i professionisti dello sfascio”. Il Quinto Rapporto della Carta di Roma, scaricabile in .pdf qui sotto,  ne traccia un quadro ben preciso. Al centro del dibattito le cosiddette notizie da paura che occupano ogni anno sempre maggiore spazio sui giornali e in televisione. In molti casi sono addirittura raddoppiate nel 2017 rispetto al 2016.
Scrive Pier Luca Santoro su DataMediaHub, riprendendo l’indagine statistica: ” La presenza di una narrazione allarmistica è stata rilevata nei casi in cui i titoli/articoli stabiliscono una connessione con il terrorismo, la criminalità, l’invasione, il degrado, la diffusione delle malattie e la minaccia all’ordine pubblico. Focalizzando l’attenzione sulla discriminazione, dall’analisi dei titoli effettuata sono emerse principalmente quattro aree di associazioni denigranti nei confronti dei migranti, alcune delle quali diffondono, intenzionalmente o meno, affermazioni offensive e discriminatorie: religione, violenza, i costi, le malattie”.
I dati. Sui telegiornali la visibilità del fenomeno migratorio si attesta su 3.713 le notizie dedicate al tema dell’immigrazione, quasi mille notizie in più rispetto al 2016, con un incremento del 26%. Nei quotidiani, nel 2017, circa il 44% ha riguardato la gestione dei flussi migratori [prima voce nel 2017 con il 44%] mentre la criminalità e sicurezza si attesta come terza voce con il 16%. Entrambe queste macro aree raddoppiano in termini percentuali rispetto all’anno precedente.
Tuttavia, secondo Il Foglio le cose non stanno così. Questa dei media è una corsa allo sfascio perché la realtà è ben diversa: ” Segnatevi questi dati perché nessun talk-show ve li darà mai tutti così in sequenza. Pronti? Via. Nel 2017 in Italia ci sono stati il 9,2 per cento di delitti in meno rispetto al 2016. Gli omicidi sono calati dell’11,8 per cento, le rapine dell’11 per cento, i furti del 9,1 per cento, le persone espulse per motivi di sicurezza sono state il 62 per cento in più rispetto al 2016, gli sbarchi nel nostro paese sono calati del 34 per cento, il numero dei migranti rimpatriati è aumentato del 19,6 per cento (5.300 nel 2016 a 6.340 nel 2017), le vittime in mare, come ha ricordato Paolo Gentiloni nella conferenza stampa di fine anno, sono diminuite dalle 4.405 del 2016 alle 2.832 del 2017. Avete capito dove vogliamo arrivare: nel 2017, a fronte di una situazione in continuo miglioramento, anche dal punto di vista economico, of course, con il pil in crescita, l’occupazione in crescita, la produzione industriale in crescita, l’export in crescita, la fiducia dei consumatori in crescita, l’informazione televisiva che cosa ha fatto? Facile: ha contribuito ad alimentare ogni giorno una clamorosa e scriteriata industria dello sfascio che al posto di raccontare l’Italia vera, semplicemente quella, ha raccontato con grande regolarità un’Italia che non esiste. Il tutto ovviamente in un contesto delirante in cui le stesse trasmissioni che hanno raccontato agli italiani allarmi farlocchi non perdevano occasione per interrogarsi con grande serietà e severità su come combattere i professionisti delle post verità e delle fake news”.
E allora che fare?  Il Foglio propone meno sfascio e più orgoglio. Per fare questo chiama a raccolta i tre santoni delle televisione italiana. E scrive: ” Caro Urbano

Cairo, caro Pier Silvio Berlusconi, caro Mario Orfeo, allora perché non provarci davvero? Perché non provarci subito? Perché lasciare confinato l’orgoglio italiano in due prime serate all’anno? Pensiamoci bene prima di regalare il paese ai campioni della bufala e ai professionisti dell’Italia sfascista”.
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