giorgio levi

Caso Facci. Il Foglio scrive: “All’Ordine dei giornalisti c’è odio e odio. E si punisce solo chi tocca l’Islam”

Il caso Filppo Facci fa discutere. Il giornalista è appena stato condannato dal Consiglio di disciplina dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia a due mesi di sospensione e a due mesi senza stipendio.  Quale la colpa di Facci? Questo articolo pubblicato sul Libero Quotidiano un anno fa. Titolo chiarissimo: “Perché odio l’Islam”. Il pezzo non è piaciuto ad una collega che ha denunciato Facci al Consiglio di disciplina, cioè a quell’organismo dell’Ordine che sanziona i giornalisti colpevoli di avere violato le norme deontologiche.

Naturalmente il giorno dopo la sentenza si è aperto un dibattitto infuocato, con il relativo sostegno morale dei social, nei quali tutti hanno diritto di sputare sentenze. In questo mare di sputi, e più spesso di rutti, vale la pena segnalare alcune, assai più interessanti, prese di posizione.

La domanda che tutti si fanno è: a che cosa serve l’Ordine dei giornalisti?

Stamattina Il Foglio titola così questo pezzo a firma di Giulio Meotti: “All’Ordine dei giornalisti c’è odio e odio. E si punisce solo chi tocca l’Islam”. Scrive il quotidiano: “Il punto è che all’Ordine simili procedimenti scattano soltanto quando c’è di mezzo l’islam. La corporazione non spese una parola a difesa di Oriana Fallaci quando subì quattro processi, fra Parigi e Berna, all’epoca del libro La rabbia e l’orgoglio“. Verissimo.

Il titolo de Il Fatto Quotidiano, nella rubrica di Diego Pretini, non necessita di tante spiegazioni: “Filippo Facci sospeso, perché l’Ordine dei giornalisti mi sta sul gozzo”. L’articolo è questo, dove tra l’altro si legge: “E’ sicuro che non sarà la penosa sanzione che gli vieta di scrivere sui giornali a rendere più credibile la funzione, la necessità e l’esistenza dell’Ordine dei giornalisti. Si potrebbe dire anche la convenienza: nel senso che se fa ridere, come in questo caso, la categoria, che già fa di tutto per perdere autorevolezza, tutti i giorni,  perde un altro po’ di reputazione. Prima di farla finire in burletta, forse è il caso di farla finita un po’ prima”.

Sul farla finita un po’ prima ha idee chairissime Enrico Menta che sul suo profilo Facebook, titola “Ordine dei giornalisti dannoso e da abolire”. Scrive Mitraglia Mentana: “Scopro solo ora che l’ordine dei giornalisti ha sospeso Filippo Facci per qualcosa che ha scritto. Qualsiasi cosa fosse, sesso, politica, terrorismo, economia, era una sua opinione. Non voglio sapere cosa abbia scritto, la libertà vale per tutte le opinioni. E io con gente che sanziona le opinioni non voglio avere nulla a che fare. Ditemi quindi dove firmare per chiedere di abolire l’ordine dei giornalisti, ora che da inutile è diventato dannoso”.

Alessandro Sallusti titola su Il Giornale “Facci sospeso perché rivendica il diritto all’odio” e qui scrive: “Il tema posto da Facci sul diritto all’odio (Travaglio, tanto per fare un esempio, lo teorizzò nei confronti di Berlusconi) è questione aperta nonostante sia stata affrontata nei secoli da fior di filosofi e da grandi intellettuali. Che a differenza dei colleghi del tribunale dell’Ordine di Milano non sono mai arrivati a un verdetto unanime (e qualcosa vorrà pur dire)“.

Il fronte dell’ “Aboliamo l’Ordine dei giornalisti” è dunque ben compatto. Ma fatta eccezione per Mentana, continua a raccogliere consensi di giornalisti e direttori di giornali  a destra e nessuno a sinistra. Questo rende la via impraticabile, perché, come si sa, l’abolizione della legge su cui si fondano gli ordini professionali dipende dalla volontà del Parlamento. E oggi, senza nemmeno l’appoggio di Metteo Renzi che aveva pubblicamente dichiarato di essere favorevole all’abolizione, radere al suolo l’Ordine, che avrebbe dalla sua forse più consensi di quanto non si creda, assomiglia più ad uno slogan che una vera e propria azione programmatica.