Mi scoccia tornare su argomenti che ogni volta sembrano uguali a se stessi e che non fregano più niente a nessuno. Però poi accadono fatti che ti fanno torcere le budella e ti domandi se e come e dove e quando i giornalisti abbiano ancora un ruolo. I bonzi per far capire i loro drammi interiori si davano fuoco. Ma la benzina costa, le fiamme sono calde e fastidiose e poi che palle raccogliere tutta quella cenere.
Perciò qui lo dico, giusto per mettermi la coscienza a posto. L’acquisizione di Rizzoli (libri) da parte di Mondadori è una porcheria delle peggiori degli ultimi 50 anni. L’Antitrust dice che non può intervenire se non c’è una denuncia specifica. La più infame concentrazione culturale editoriale di ogni tempo si consuma così nell’indifferenza di giornali, commentatori, giornalisti, burocrazia, Stato. Qualche commentino qui e là, per riempire una pagina. Poi, quel dovrà accadere accadrà. In fondo con tutte le grane che ci sono, se Grisham e Clancy giocano nella stessa squadra che ci importa?
Sarebbe lungo e tedioso e monotono dire che all’Einaudi sostengono di essere “indipendenti” dal potere del padrone di Segrate. Balle. Sarebbe lungo e tedioso e monotono dire che il mercato è così in tutta Europa e per salvarsi dalla crisi non c’è altra strada. Balle. Sarebbero lunghe e tediose e montone mille altre considerazioni. Chiacchierine da bar.
Voglio sommessamente ricordare che le concentrazioni culturali di qualsiasi natura sono la fine della libertà. Venticinque anni fa quando Berlusconi cercava di vincere la “guerra di Segrate” io sindacalista provai a spiegargli che il suo impero editoriale Finivest unito a quello della Mondadori si configurava come una “concentrazione editoriale” e poteva essere un rischio per la libertà di noi che lavoravamo lì e dei lettori che acquistavano i nostri giornali. E che perciò eravamo pronti allo sciopero pur di far capire che cosa stava per accadere. Lui mi guardò a lungo con aria assente. Si capiva che non era un uomo cattivo, ma le parole “libertà” e “concentrazione editoriale” non entravano nel circuito dei suoi neuroni. Erano concetti inspiegabili alla sua mente e per di più di matrice comunista.
Oggi il copione è identico, persino il protagonista è lo stesso, solo i giornalisti comunisti non ci sono più. Ma in genere quando si comincia con i libri si finisce con i giornali. E quando si finisce con i giornali sarà un attimo trovarsi con le chiappe nude all’aria. Così da essere ben pronti per altre acquisizioni.
Completamente d’accordo. È da 50 anni che in Italia i governanti amano i monopoli, dalla grande industria FIAT a danno di tante medie & piccole aziende, di un artigianato prezioso mai aiutato, e via dicendo.