Chi lavora non avrà certo tempo per pensare a quella che si chiama “formazione permanente”. Siccome però l’avvio della scuola obbligatoria per tutti i giornalisti (dipendenti, freelance, pensionati, sic) è imminente (primavera 2014) vanno fatte un paio di considerazioni di carattere economico.
1. I quattrini per formare i giornalisti all’Ordine del Piemonte (a cui l’Ordine nazionale ha demandato, come a tutti gli altri, l’organizzazione dei corsi) non ci sono. Il bilancio di quest’anno chiuderà in attivo, ma è un segno + leggero, positivo ma non da forziere di Paperon de’ Paperoni.
2. La quota annuale 2014 è rimasta invariata, nonostante in consiglio ci sia stata la proposta di ritoccarla. Siamo tra gli Ordini con la quota più bassa. La maggior parte supera ora i 100 euro. Per fare questo abbiamo dovuto aumentare i diritti di segreteria (l’iscrizione ai vari elenchi). In Sicilia, per dire, l’iscrizione all’elenco speciale (la cui utilità mi sfugge, come quasi tutto di questo ordinamento) è di 700 euro. Una follia, eppure.
3. La creazione del consiglio di Disciplina (ma chi è il genio?) ha avuto come riflesso economico un aumento dei costi. Dei nove consiglieri del collegio alcuni arrivano da fuori Torino, esercitano (come noi) a titolo gratuito ma almeno il rimborso di viaggio va corrisposto. A questo si deve aggiungere il costo del lavoro di segreteria.
4. Secondo quanto si sa fino ad oggi l’Ordine nazionale ha un tesoretto di 1 milione e mezzo di euro da distribuire ai vari ordini regionali per mettere in moto la formazione permanente. E siamo ad un paio di mesi dalla dalla partenza dei corsi. A chi vanno i quattrini? E come verranno distribuiti? Certo, non mancano i “si dice”, ma non c’è uno straccio di nero su bianco. Perché il consiglio nazionale e il suo esimio presidente non si fanno un giro d’Italia negli ordini con il maggior numero d’iscrizioni e non vengono con noi a fare due conti? Io sono ben disposto a leggergli il bilancio, persino con le buone.
5. Come tesoriere dell’Ordine posso garantire che i quattrini per la formazione non ci sono. Dovremmo mettere mano alle riserve di bilancio (sempre che sia possibile) o andare in rosso nel 2014. E sono due ipotesi inattuabili, per quanto mi riguarda. L’Ordine dell’Emilia e Romagna ha creato da tempo una fondazione. Mi dicevano nei giorni scorsi: “Per gestire finanziariamente la formazione attuale e quella che verrà”. Il fatto è che le fondazioni costano, possono incamerare finanziamenti europei, ma non è così scontato. Un progetto presentato dalla Fondazione emiliana è rimasto fuori dalla graduatoria.
In ogni caso noi o i soldi, come Totò e Peppino, ci mettiamo di notte a farli nelle cantine di palazzo Ceriana o non li abbiamo. Ecco, non li abbiamo.
Dimenticavo, negli annosi lavori di costruzione dell’ascensore è stato sondato il terreno che sta sotto le cantine. Il carotaggio ha scoperto che qualche metro più in basso passa una galleria (forse del reticolo di Pietro Micca) e ancora più giù c’è acqua in abbondanza, forse un rigagnolo di chissà quale epoca. Acqua, non petrolio.