
Domani dunque, come già annunciato, scioperano i quotidiani del gruppo Gedi. La Stampa, La Repubblica, Il Secolo XIX e le testate locali. Lo sciopero è solo l’inizio di una serie di manifestazioni che verranno prese in seguito.
Era inevitabile che si arrivasse a questo punto. La cessione di 6 quotidiani locali, ora confermata, dopo quelli già eliminati nel corso di questi tre anni, e l’ipotesi che anche le tre maggiori testate Stampa, Repubblica e Secolo XIX facessero parte di questa maxi operazione di cessione del gruppo editoriale, che fa capo alla Exor di John Elkann, ha acceso la miccia.
Ora è tempo di scontro, poi sarà necessario un tavolo di confronto. E soprattutto smentite chiare da parte dell’editore. La vicenda è molto nebulosa. Prima l’ad Scanavino ammette che il perimetro (l’area editoriale non cedibile dentro cui stanno Stampa, Repubblica e Secolo XIX) non esiste più. A precisa domanda Scanavino spiega che “dipende da offerta e interlocutori. Ma con determinate caratteristiche potremmo prendere la cosa in considerazione”. Da qui la dichiarazione del coordinamento dei cdr: “Se non esiste più il perimetro vuol dire che siamo tutti in vendita”. Poi la smentita dell’azienda: “Non siamo tutti in vendita”. Sono necessari chiarimenti.
Lo scontro tra Gedi e i suoi giornalisti è arrivato anche al congresso della Fnsi di Riccione dove un gruppo di delegati, appartenenti allo stesso gruppo editoriale, ha letto il comunicato sindacale e ha annunciato lo sciopero di domani.
Ma la domanda è: l’ad Maurizio Scanavino è il liquidatore o il risanatore dei conti di John Elkann?