giorgio levi

Vendite dei quotidiani, carta e digitale. La Stampa scivola sotto la soglia psicologica delle 100 mila copie

La Stampa (foto archivio ©Il Times)

Su PrimaOnLine qui il consueto report mensile sulle vendite (carta + digitale) dei quotidiani italiani. Nel confronto mese su mese (aprile su marzo 2022) i 20 quotidiani esaminati perdono quasi tutti. Eccezione fatta per La Repubblica, La Gazzetta dello Sport, Il Secolo XIX e altri di minor diffussione.

Ma il dato che salta agli occhi è il nuovo scivolone de La Stampa che si posizione al 6° posto della classifica, superata anche da Avvenire, con più di 100 mila copie di vendita giornaliera. Ed è proprio La Stampa che per la prima volta (ufficialmente) scende il gradino delle 100 mila copie e registra un venduto ad aprile (carta+digitale) di 98.160 copie, contro le 100.376 del mese di marzo.

Il quotidiano di via Lugaro s’infila nel basso oltrepassando la barriera, certamente economica e finanziaria, ma anche, e soprattutto, psicologica delle 100 mila copie. L’ormai ex terzo quotidiano d’Italia ora deve guardarsi le spalle, perché il provincialissimo Il Resto del Carlino e Il Messaggero non sono distantissimi. E la testa della classifica (Il Corriere della Sera primo con 261.691 copie, pur perdendo ad aprile su marzo il 2,61%) resta irraggiungibile. E persino La Repubblica con 142.134 copie recupera mese su mese lo 0,25%. Certo poco, il Corriere vola al confronto. Ma se è un segnale di ripresa si vedrà a maggio su aprile, e meglio ancora alla fine dell’estate.

Sono in molti ad interrogarsi sulle ragioni di queste costanti perdite di copie de La Stampa. Ma è un esercizio improbo mettere in fila le manchevolezze di direzione e politica gestionale di questi ultimi anni. E sarebbe, in ogni caso, ingeneroso nei confronti dei giornalisti che ci lavorano, spesso in condizioni di organico molto complicate. Tuttavia, qualche domanda c’è: a che punto è posizionata l’asticella più bassa (se c’è) che non si può superare? O meglio, qual è la soglia minima oltre la quale il rapporto dipendenti-ricavi diventa insostenibile? Anzi, per farla più facile, quanti giornalisti sono necessari per confezionare un quotidiano nazionale, se questo scivolasse, diciamo, a 70 mila copie?

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