
Il presidente di Gedi John Elkann (foto ufficio stampa Gedi)
E’ tutta questione di tirature. Se vuoi allargare il tuo impero editoriale con altre acquisizioni devi vendere qualche testata del tuo gruppo. E’ quello che starebbe facendo John Elkann con una operazione molto complessa, e dai tempi lunghi, sui quotidiani locali di Gedi. Molto simile a quella che il Gruppo Espresso fece al momento dell’acquisizione di Stampa e Secolo XIX, cedendo, tra le altre Alto Adige, Centro di Pescara, Città di Salerno e Nuova Sardegna. Operazione che portò, come riportato qui, ad uno sciopero il 7 settembre del 2016, dei giornalisti Finegil e in particolare della Nuova Sardegna, che il 28 ottobre di quello stesso anno venne ceduta in affitto a Nini Briglia, ex direttore di Epoca ed ex manager di Mondadori, e al suo socio in DBInformation Gianni Vallardi, ex Rcs.
Secondo la legge, che misura i confini dei gruppi editoriali, un singolo soggetto non può superare il 20% delle tirature. Perché Elkann vuole liberarsi di parte dei quotidiani del Gruppo che ha appena acquisito? Ci sono alcune voci, non confermate, che sostengono che sarebbe interessato a scalare Il Sole 24 Ore e avrebbe già avviato una trattativa con Carlo Bonomi, presidente di Confindustria.
Secondo quanto pubblicato da Affari Italiani, Maurizio Scanavino, direttore generale di Gedi e da sempre uomo di grandissima fiducia di Elkann, “sta rivedendo il perimetro delle testate facenti parte del gruppo. In proposito rivela MF-Milano Finanza, che il gruppo ha avviato una trattativa con diversi imprenditori toscani, abruzzesi ed emiliani, interessati a rilevare il Tirreno, storico quotidiano di Livorno e della Toscana, la Gazzetta di Modena, Reggio Emilia e La Nuova Ferrara. Dalle trattive di cessione sono state escluse le testate locali di Lombardia Veneto”.
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