La sanificazione dei locali di via Lugaro, dopo il caso del poligrafico trovato positivo al coronavirus, è stata rapida e ora la redazione de La Stampa potrebbe tornare già domani al lavoro nella sede centrale. Ma non come prima. Le presenze in redazione a Torino, come in quelle di Roma, Milano e nelle province del Piemonte, saranno scaglionate, in modo da avere un numero sufficiente di persone presenti e allo stesso tempo rispettare le distanze tra le postazioni e tutto quanto previsto dal decreto legge del governo. Gli altri lavoreranno da casa con un pc portatile dell’azienda. Quando i tecnici li avranno sistemati.
C’è chi lamenta un ritardo nell’ organizzazione dell’emergenza. Si doveva fare prima. Come aveva predisposto già due settimane fa Il Corriere della Sera nella sede di via Solferino, avviando fin da subito lo smart working.
Il giornale è uscito in edicola senza ritardi e riduzione di pagine e l’aggiornamento online non ha avuto interruzioni ed ha mantenuto il suo standard qualitativo. Un miracolo, come ha scritto qui il Cdr, che lamenta, tra le tante disfunzioni, la totale disorganizzazione nell’allestimento del piano di emergenza che avrebbe dovuto spostare parte della redazione nei locali delle rotative di via Giordano Bruno.
Si poteva fare meglio? Prevedere? Organizzarsi per tempo? Senz’altro sì, ma va detto che questo virus ha travolto tutti, è corso più rapido del previsto, in una manciata di giorni ha messo in ginocchio l’intero Paese. Si può sempre fare meglio, ma va considerato il terreno di gioco su cui si disputa la partita. E questo nessuno poteva saperlo.
Infine il consiglio ai lettori di questo blog è sempre il medesimo. Rispettate il lavoro dei giornalisti, di questo quotidiano e di tutti gli altri organi d’informazione. Le edicole sono aperte, potete uscire di casa e compravi il giornale. Parlare con l’edicolante vi farà bene, come se fosse il vostro analista. Le ore vi sembreranno meno lunghe e tediose. Stampa e televisione vi tengono informati, molti lo dimenticano, e non ricordano che questo è un grande privilegio dei Paesi liberi. I cinesi hanno mostrato una efficienza straordinaria nel lavoro, ma liberi di comunicare non sono e perciò non sapremo mai com’è andata questa storia. Ricordiamocelo. Anche quando la bufera si sarà dispersa.