Era ora. Da oggi sono vietate quelle copertine in plastica, con annunci pubblicitari locali, che gli esercizi pubblici (soprattutto i bar) applicano ai quotidiani. Lo sancisce la sentenza 2105 del 3 maggio scorso, decisa dalla quinta sezione civile del tribunale di Palermo specializzate in materia di imprese che si è espressa sul contenzioso sorto tra la Società Editrice Sud spa (che edita La Gazzetta del Sud), e la ditta J&M promotion 2000 che produce copertine in pvc, adoperate come veri e propri contenitori pubblicitari, che venivano distribuite gratuitamente nei ritrovi e nei bar cittadini e della provincia, e che in pratica incapsulavano il quotidiano.
Dice la sentenza, che vale ovviamente su tutto il territorio italiano: “Non è consentito a nessuno di sfruttare la capacità diffusiva del giornale”. Utilizzando appunto quelle cover plastificate, che altro non sono che spazi pubblicitari regolarmente venduti da privati.
Lo sfruttamento è stato ravvisato “nella vendita di spazi pubblicitari su supporti cartacei inseriti nella copertina in pvc trasparente e nella successiva distribuzione della stessa presso gli esercizi commerciali di Messina e della provincia”.
Certo, non sarà questo il problema al centro della crisi mai risolta della stampa italiana, e nemmeno un indicatore del crollo generale della pubblicità, però è una questione di rispetto delle regole. Ho la vaghissima sensazione che la sentenza verrà disattesa nelle migliaia di bar che applicano in allegria le loro cover di plastica. E conosco già la risposta degli esercenti: “Non vuoi la copertina? Io non compro più i giornali”. Perché, alla fine, è così che funziona.
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