giorgio levi

A Milano chiude la redazione di Metro. Il Cdr: 10 giorni di sciopero. L’appello di un giornalista: chiediamo solidarietà

metro

L’editore della freepress Metro, Mario Farina, ha esposto al Cdr il piano di ristrutturazione che intende formalizzare al tavolo sindacale alla presenza delle parti nazionali: chiusura della redazione di Milano e dimezzamento dell’organico, da 16 a 8 giornalisti, attraverso un uso massiccio della cassa integrazione a zero ore.

Immediata le reazione dei giornalisti che, disponibili a trattare su basi accettabili, respingono risolutamente proposte che, se attuate, sarebbero devastanti e senza ritorno. Per questa ragione, l’assemblea dei giornalisti ha deciso di entrare da subito in stato di agitazione e di affidare al Cdr un pacchetto di dieci giorni di sciopero.

Questo il comunicato sindacale:

L’Editore di Metro, Mario Farina, ha esposto al Cdr il piano di ristrutturazione che intende formalizzare al tavolo sindacale delle parti nazionali: chiusura della redazione di Milano e dimezzamento dell’organico, da 16 a 8 giornalisti, attraverso un uso massiccio della cassa integrazione a zero ore. I giornalisti di Metro, disposti a trattare su basi accettabili, respingono risolutamente proposte che, se attuate, sarebbero devastanti e senza ritorno. Perciò entrano da subito in stato di agitazione e affidano al Cdr un pacchetto di dieci giorni di sciopero. Quello dell’Editore di Metro è un piano senza precedenti, che giunge al termine di una escalation. Durante i 4 anni, ormai alla scadenza, del vigente contratto di Solidarietà, infatti, durante i quali l’Editore ha potuto incassare  contributi dallo stipendio dei giornalisti suoi dipendenti, dall’ente previdenziale di categoria e dal contribuente italiano, nulla è stato fatto, o tentato, per rilanciare il giornale. Anzi, al contrario: nei mesi scorsi, gli Speciali locali a marchio Metro che appartengono al patrimonio storico della testata, sono stati ceduti dalla Proprietà di Metro a un altro Editore. Il risultato è che il buon nome e il prestigio della testata vengono oggi usati per generare ricavi a vantaggio di un prodotto e di un Editore che nulla hanno a che fare con il quotidiano Metro.

Sul suo profilo Facebook il giornalista di Metro Andrea Sparaciari chiede condivisione e solidarità anche dalla rete. Scrive:

“Il mio editore Mario Farina pensa che il giornale di Milano possa essere fatto senza giornalisti a Milano. Ha proposto infatti la chiusura della redazione milanese, la cassa integrazione a zero ore per tutti i giornalisti di Metro Milano e il dimezzamento dell’organico da 16 a 8 giornalisti. Per capire l’assurdità del disegno, io che da 10 anni mi occupo della cronaca milanese, non servo più, perché i fatti di Milano potranno essere raccontati, indagati e seguiti da un collega di Roma. Naturalmente la redazione all’unanimità ha respinto questa folle idea che arriva dopo quattro anni nei quali i giornalisti di Metro hanno rinunciato a un terzo del loro stipendio che è andato nelle tasche di Farina e durante i quali, sempre Farina, ha potuto attingere a ingenti sgravi fiscali e aiuti dall’Inpgi,  l’ente di previdenza dei giornalisti.  E, siccome non ci facciamo mancare nulla, l’editore Farina ha venduto all’editore Farina, proprietario di una società parallela a quella che possiede Metro,  le testate degli speciali di Metro, quegli inserti per essere chiari che portano all’editore Farina un sacco di soldi. Questa è la situazione a oggi. Ma noi non ci pieghiamo!

PS. Se vi andasse di condividere la notizia ci fareste un gran favore. Grazie a tutti per la solidarietà”.

Credits

Il comunicato sindacale di Metro

Il profilo Facebook di Andrea Sparaciari

Il sito di Metro

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