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Tutto esaurito alla Trebisonda, il melting pot di Jim Gannon

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Un’estate di qualche anno fa vado in Irlanda. Anzi, ci torno. Attraverso un paesino di quattro isolati sulla costa occidentale. Parcheggio l’auto in una di quelle stradine strette con le case a due piani colorate di giallo, di blu o di rosso. Vie che non sai mai dove cominciano e dove finiscono. Da qualche parte senti che l’Oceano è a due passi, ne annusi il profumo, ma tra un vicolo e l’altro, laggiù vedi solo prati verdissimi e ventosi. Scendo dall’auto e scorgo dall’altra parte della strada le vetrine di una libreria. Attraverso ed entro. Il pavimento di legno consumato dal sale, gli scaffali stretti ed alti, due locali minuscoli interrati rispetto al piano della strada. Contro i vetri delle finestre preme l’aria che spazza la strada. Ci sono libri di ogni tempo e misura, saggi e fiabe, volumi storici e romanzi leggeri. In fondo al secondo locale si apre un ingresso dove bisogna abbassare la testa per passare. E poi ti trovi in una ancora più minuscola sala da thè, con un tavolo di legno grezzo e su piatti e centrini ricamati quei pasticcini irlandesi pesanti come mattoni. Una porta poi si affaccia su un giardino, dove ai fili è stesa la biancheria ad asciugare al sole e nel vento. Nella mia personale classifica delle librerie più stupefacenti del mondo è al secondo posto.

Al primo c’è ovviamente la City Lights Books di San Francisco. Per uno cresciuto con i racconti della beat generation sotto il cuscino quello è il posto che sogni di vedere almeno una volta. Scendi i gradini, vai al piano di sotto, in silenzio come se fossi in un luogo sacro, sfiori con una mano il dorso dei libri Primo Levi, Pasolini e Pavese, sei a migliaia di chilometri di distanza da casa e loro sono lì, amati e custoditi con grazia e dedizione. Poi risali, e alla cassa che batte gli scontrini c’è il vecchio Ferlinghetti in persona. E allora ti domandi se è un attore che lo imita, un fan, uno con una maschera di carnevale. Invece no, è proprio lui. Lawrence Ferlinghetti. Primo posto.

Adesso dovrò trovarne uno in classifica anche alla Trebisonda, la libreria di Torino, dove ieri ho presentato il mio Volevo essere Jim Gannon. E’ nel centro di San Salvario, un quartiere di frontiera, ma da un paio d’anni luogo cult dei ragazzi torinesi, primato che ha strappato ai Muri sul Po (che non ci sono più) e al Quadrilatero Romano. Qui a trecento metri dalla chiesa Protestante e da quella cattolica, a due isolati dal grande Tempio, dalla scuola e dai luoghi della cultura ebraica, in un incrociarsi di strade e di case e di cortili abitate nella quasi totalità da popolazione musulmana, si mescolano idee, religioni, credi, usanze, ideologie, abitudini, fanatismi, che potrebbero accendere altrove micce devastanti, in realtà qui tutto resta sospeso. Sei alla frontiera allo stesso tempo nel centro della Torino sabauda, città di altri secoli, altre storie, altre immigrazioni. Io credo che le vetrine illuminate di Malvina con la sua Trebisonda, i libri esposti sui tavoli o negli scaffali, la ricchezza degli incontri culturali, la competenza e la voglia di dialogare siano il segno che la cultura, anche lì al centro del confronto durissimo tra religioni, è già nel futuro e nella testa gli abitanti che verranno. E’ il segno che la pace è possibile, persino dove un fiammifero puà accendersi per un colpo d’aria.

Se capitate da queste parti il pomeriggio può essere pure che Malvina vi offra una tisana calda e una fetta di torta, proprio come nella libreria del vento in Irlanda. O vini e tarallucci la sera, quando è ora dell’aperitivo. Le fotografie si riferiscono alla molto affollata presentazione di ieri, un grazie va al mio amico Stefano Tallia, giornalista Rai che ha condotto la serata, a Luisa Trompetto che ha coordinato il lavoro di lettura dei giovanissimi attori alle prime armi Elisabetta Galasso e Simone Millesimo. E naturalmente all’editore Lorenzo Proverbio, a tutti i ragazzi, davvero tanti, e ai molti amici che hanno ascoltato, applaudito e sorriso con noi.

Leggete di più e sarete più felici.

molti ragazzi ieri sera con Jim Gannon

molti ragazzi ieri sera con Jim Gannon

la app di Malvina, lavagna e gessi in vetrina annunciano il mio libro.

la app di Malvina, una lavagna  in vetrina.

gli ultimi ritocchi prima del reading di Elisabetta e Simone.

ritocchi prima del reading con Elisabetta e Simone.

tutti i posti esauriti.

tutti i posti esauriti.

il momento migliore, le dediche.

la dedica alla mia amica Marcella.

sorrisi e altre dediche.

sorrisi e altre dediche.

l'editore con le mani nei capelli: abbiamo esaurito tutte le copie.

l’editore disperato, abbiamo esaurito tutte le copie.

le copie appena spacchettate

le copie appena spacchettate.