Massì, si può fare. Anche la notizia di una notizia falsa può diventare notizia. In fondo, si tratta di capirsi. Premessa. Su Facebook ieri si era diffusa la notizia che il regista inglese Ken Loach aveva rifiutato un premio al Torino Film Festival. Vero, ma è accaduto nei 2012, quattro anni fa. Molti ci sono cascati come pollastri e l’hanno ripresa.
Chi nei propri profili, chi nella pagine di qualche sito di notizie. Come il quotidiano Prima Pagina Online “periodico indipendente del Sud Senese, del Trasimeno e dell’Orvietano” che ha dedicato alla notizia una intera pagina. Nei commenti il direttore responsabile fa ammenda dell’errore, ma lascia lì la notizia. Così nell’Orvietano tutti questa mattina saranno ancora convinti del gesto simbolico di Ken Loach. Ma poi, che gli frega di Ken Loach ad un agricoltore del Sud Senese?
La Stampa e il periodico Cinematographe fanno invece della falsa notizia una notizia vera. Per dire nelle loro pagine virtuali che le bufale su Facebook sono ormai recepite come vere notizie. Vecchia storia, ma se anche si facesse un dibattito serio non sarebbe sufficiente un mese per esaurirlo. Mi limito ad osservare che mischiare sul quel rullo di Facebook gattini e cagnolini con notizie sulla guerra in Etiopia non fa bene alla comunicazione tra persone. O meglio funziona per i cagnolini e i loro padroncini, non per gli etiopi. Sempre che lì esista una guerra e che i poveri etiopi siano davvero in Etiopia.
