Approvata la riforma dell’editoria, affinché tutte le nuove norme di legge entrino in vigore, è necessario che il governo vari i decreti attuativi. Il sottosegretario Luca Lotti, un paio di settimane fa, aveva promesso che entro novembre tutto si sarebbe compiuto. Tra i decreti da approvare c’è anche quello che riguarda la riforma dell’Ordine dei giornalisti. E che porterà il Consiglio nazionale ad essere costituito da 40 professionisti e 20 pubblicisti, e non più da 73 pubblicisti e 71 professionisti, come oggi. Ma ora i presidenti degli Ordini regionali, alcuni dei quali si sono riuniti a Firenze, chiedono al governo di accorciare i tempi, è necessario andare presto a nuove elezioni.
Carlo Verna, ex consigliere Usigrai e ex consigliere nazionale dell’Odg, ha detto: “Il Consiglio nazionale e quelli regionali sono scaduti a maggio e sono prorogati fino al 31 dicembre perché era in arrivo questa norma che per operare effettivamente ha bisogno di un apposito decreto legislativo. Per quanto riguarda l’aspetto ordinistico, questo decreto deve essere fatto di concerto tra i ministeri dell’economia, del lavoro e di giustizia, sentito l’Ordine nazionale dei giornalisti. Servono dunque dei tempi tecnici ed è necessario che questi tempi siano coordinati con l’esigenza di svolgere il rinnovo dei consigli. Altrimenti si rischia di far naufragare tutto il lavoro fatto fino ad ora. Se non ci si facesse, serve allora una nuova proroga affinché i Consigli, nazionali e regionali, possano andare al voto insieme con le nuove regole”.
Per il presidente dell’Ordine del Lazio Paola Spadari il fine ultimo della riforma “è arrivare ad un elenco unico dei giornalisti e non più una divisione tra pubblicisti e professionisti”.
