giorgio levi

Doppio gioco sull’accordo, salta l’elezione del tesoriere

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Eletto stamattina dai nove membri del consiglio (6 professionisti Martinengo, Bosonetto, Caglieris, Banfo, Levi e Sinigaglia e tre pubblicisti) il nuovo presidente dell’Ordine dei giornalisti. E’ per la seconda volta Alberto Sinigaglia che incassa 8 voti a favore e una scheda bianca. Rieletto anche il vice presidente pubblicista Ezio Ercole (5 voti e 4 schede bianche). Eletto il segretario Andrea Caglieris (5 voti a favore) contro i 3 di Maria Teresa Martinengo e una una scheda bianca. E’ saltata invece l’elezione del tesoriere, la votazione ha dato come risultato 9 schede bianche.

Fin qui i numeri. In realtà si è trattato di un conclave che ha segnato una profondissima spaccatura all’interno dell’unica lista che si era presentata alle elezioni e per una serie di ambuguità che hanno ribaltato gli accordi durante la votazione del segretario. I quattro giornalisti, in qualche modo riferibili come elettorato a La Stampa (Sinigaglia, Martinengo, Bosonetto e Levi) puntavano su Maria Teresa Martinengo (seconda nella classifica elettorale). Alla sicurezza delle elezione mancava il quinto voto, che secondo il parere di Sinigaglia avrebbe dovuto essere quello di Banfo. Ovvero lasciando intendere che questo sarebbe accaduto, perché Banfo “avrebbe votato con la maggioranza”. E la maggioranza dichiarata sul segretario, fino a mezz’ora prima del consiglio, era appunto formata dai quattro consiglieri Levi, Bosonetto, Martinengo e Sinigaglia. Questo alle 10,30.

In riunione alle 11 filano via l’elezione di Sinigaglia (la scheda bianca è sua), di Ercole (le 4 schede bianche sono di 4 professionisti) e a sorpresa, per i fautori della segreteria Martinengo, quella di Andrea Caglieris (Rai) che vince la corsa a segretario. I conti sono presto fatti: Martinengo porta a casa il suo voto, quello di Levi e Bosonetto. Ma non il quarto del patto, cioè quello di Sinigaglia. E nemmeno quello di Banfo. Dove è andato il voto si Sinigaglia non si sa, quello che è certo è che sul banco c’è una scheda bianca e Caglieris prende un voto in più di quanto ci si aspettava.

A questo punto, a divisione della lista ormai evidente, nessuno dei professionisti ha avanzato la candidatura a tesoriere. Lunga e surreale (vista come era andata la votazione di dieci minuti prima) riunione a porte chiuse tra Sinigaglia, Banfo, Bosonetto, Levi, Martinengo e Caglieris per trovare una soluzione. Un po’ di teatrino, qualche straccio che vola, sorrisi fuori dal tempo. Alla fine cala il sipario  e ci si accorda per una votazione a scheda bianca. E l’attribuzione a Sinigaglia dei compiti di verifica sui conti, delle firme in banca e la riproposta di un regolamento restrittivo sulle spese da approvare in tempi brevi. In attesa che un tesoriere si convinca che la Concordia della Compagnia dell’Ordine non affonderà di nuovo sul prossimo scoglio.