giorgio levi

I conti in tasca a John Elkann, la Ferrari perde anche in Borsa: -35%. Mai il titolo era sceso con questa intensità sul listino

L’informazione online di Moneta (piattaforma economica e finanziaria diretta da Osvaldo De Paolini) pubblica un esaustivo articolo sulla situazione borsistica di Exor, la cassaforte di Agnelli-Elkann. E punta principalmente l’obiettivo su Ferrari, il brand più prestigioso della galassia Elkann. L’articolo completo con tutti i dati si può leggere qui su Moneta.

Le sconfitte in formula 1 e la caduta del titolo in Borsa di questi ultimi mesi aprono un nuovo scenario sul futuro della multiforme partecipazione alle attività industriali di John Elkann. Alla crisi del titolo però si contrappone sempre, scrive Moneta il fatto che “i fondamentali (di Ferrari, ndr.) restano solidi. Averne di società che riescono a produrre un utile operativo che vale il 30% del monte ricavi. Del resto Ferrari più che una casa automobilistica è un brand del lusso, un unicum di prestigio che troverà sempre ricchi compratori delle sue vetture come mostra l’andamento delle consegne sempre crescenti nel tempo”. Quindi di che cosa si tratta? Una bocciatura degli analisti “troppo bene abituati alle performance stellari della Rossa che ha una guidance sull’intero 2025 con ricavi intorno ai 7,1 miliardi e un ebit margin al 29%. E anche il nuovo piano industriale al 2030 vede comunque una crescita con ricavi attesi a 9 miliardi un utile operativo per 2,75 miliardi che vale comunque il 30% del fatturato. Non certo numeri che indicano una frenata. Ma evidentemente qualcosa si è inceppato tra le attese degli analisti che vogliono numeri sempre più aggressivi e una certa prudenza del management. Difficile capire chi avrà ragione”.

Sui numeri di Borsa si è passati dal “picco dei massimi storici toccati a febbraio di quest’anno con il prezzo a 480 euro, l’azione ha continuato a perdere terreno arrivando a valere solo 313 euro di questi giorni. In termini di valore di mercato significa un falò borsistico di oltre 26 miliardi di euro negli ultimi 10 mesi. Una caduta del 35% che per Ferrari è un unicum pesante. Mai come prima d’ora il titolo era sceso con questa intensità sul listino”. In sotanza “una disaffezione profonda che ha visto gli analisti di mercato bocciare severamente il titolo”.

Per dire “il prezzo obiettivo rivisto, pari a 310 euro, riflette un rapporto prezzo/utili 2026 di 33,3 volte, in riduzione a 30,0 volte applicato agli utili 2027. Morgan Stanley, dal canto suo ha un target price di 367 euro per azione, lontano dai 480 euro toccati ai massimi”.

Da qui la crisi del titolo Exor che infatti oggi “quota solo 72 euro, quando a febbraio (massimi storici di Ferrari) valeva 96 euro e ai suoi massimi del maggio 2024 il prezzo dell’azione Exor si collocava a 106 euro. Oggi Exor vale in Borsa solo 15 miliardi con una forte penalizzazione sul valore netto dei suoi asset che a giugno erano a 36 miliardi”.

Credits

Moneta

Lascia un commento