
Leggo sulla Gazzetta di Modena che la storica azienda di album e di figurine, ed editore dal 2013 di Topolino e di tutte le pubblicazioni Disney, Panini sarebbe in vendita. Scrive la Gazzetta: “I fondi di investimento americani guardano a Modena, più precisamente in via Emilio Po al civico 380, sede del colosso Panini. La storica azienda di figurine, con un fatturato di 1,5 miliardi di euro nel 2023, triplicati rispetto ai 500 milioni del 2017, fa gola agli investitori. E tra di loro, come riportato dal Corriere della Sera, c’è anche Silver Lake, fondo multimiliardario e secondo azionista di City Football Group, di cui detiene il 18 per cento. Potrebbe non dirvi niente, ma è la società che controlla club calcistici come Manchester City, Girona, Palermo, New York City e Melbourne City. Silver Lake sarebbe pronta a comprare quote della Panini”.
L’azienda dei fratelli Giuseppe, Benito, Umberto e Franco, ora di proprietà di Aldo Hugo Sallustro, che ne è anche amministratore delegato, con Anna e Maria Teresa Baroni piace moltissimo Oltreoceano. E non sono pochi i fondi d’investimento che in questi anni si sono fatti avanti per rilevarne le quote.
La storia della Panini (5 milioni di figurine e 50 albi all’anno) è complessa, i passaggi di proprietà, sono stati numerosi. Io ricordo il 1986 quando nella Panini entra con il 25% del capitale Carlo De Benedetti attraverso la Sabaudia, mentre un altro 10% lo rileva la Mondadori. Giuseppe Panini, alla guida dell’azienda, coltiva l’idea di quotarla in Borsa proprio con il supporto di De Benedetti. Progetto che non andrà in porto e Panini passerà al Gruppo Maxwell, poi alla De Agostini, al Gruppo Fineldo di Vittorio Merloni, e infine all’attuale CEO Hugo Sallustro.
Io ricordo il 1986, quando Mondadori entra nel capitale Panini. Come giornalista del gruppo di Segrate vengo invitato alla presentazione del nuovo socio milanese. C’è molta gente nell’atrio dell’azienda a Modena, tutti aspettiamo il commendator Giuseppe Panini. Quando arriva è l’immagine dell’emiliano cordialone e sorridente, passa da una gruppo all’altro di persone. Io mi presento, sa che vengo dalla Mondadori nuovo socio, ha una bella stretta di mano. Quando gli dico che sono stato anche un redattore di Topolino mi strizza l’occhio e dice: “Noi ci vediamo dopo, non vada via, mi raccomando”. La presentazione dei nuovi soci va per le lunghe. A gruppi visitiamo, accompagnati dal commendatore, lo stabilimento e lo spettacolare museo che raccoglie tutte le figurine del calcio prodotte dalla Panini. Cerco Anzolin, il portiere della Juventus, che era la figurina che mi mancava sempre e m’impediva di completare il mio almanacco.
Viene l’ora del pranzo. Che a Modena non è un modo di dire. Il commendatore mi cerca in mezzo agli altri e mi dice: “Lei venga con me”. Nel parcheggio dell’azienda c’è un auto che lo aspetta. L’autista apre le porte e io salgo con lui. Ora è trascorso tanto tempo, quasi 40 anni, e non ricordo il nome del ristorante. Ma era il locale più accogliente e caldo che avessi mai visto. Una trattoria modenese profumata di delizie culinarie. Camerieri e personale in gran numero aspettano lui. Ci sediamo attorno ad un tavolo lungo, dove ci sono anche altre persone che erano in azienda. Ma il commendatore mi fa sedere vicino a lui. E mi fa il terzo grado, vuol sapere tutto di Topolino, della Mondadori, dei giornalisti, di chi ci lavora. E’ così gentile, sorridente e affabile che non posso che confessare tutto quello che so. C’è un menu strepitoso davanti ad ogni posto. Io ricordo solo quel piatto fumante di tortellini in brodo. E poi un gran silenzio, perché la tavola doveva essere un luogo sacro per il commendator Panini.