
Ho fatto trascorrere un po’ di giorni dalla notizia dell’ingresso di John Elkann nel consiglio di amministrazione di Meta, holding di Marck Zuckerberg. La domanda che è rimasta in sospeso tutto questo tempo è la seguente: che cosa ci fa il numero uno di Exor e Stellantis seduto al tavolo di comando del secondo o terzo uomo più ricco del mondo?
Un po’ di risposte le ho trovate in questo articolo pubblicato su Innovation Group, periodico online diretto da Filippo Astone, leader in Italia con 6.000 visitatori unici al giorno, 20 mila pagine viste, 29 mila abbonati alla newsletter sui temi dell’industria, delle tecnologie abilitanti, del tech b2b e dell’economia aziendale. Per tre anni Astone ha condotto Fabbrica 2.4 Viaggio nell’industria che cambia, fortunata trasmissione di Radio 24 dedicata all’industria. Dal 1997 al 2014 ha fatto parte della redazione del settimanale Il Mondo di Rcs Mediagroup, allegato del Corriere della Sera. E’ autore di sette libri inchiesta, tre dei quali pubblicati da Longanesi.
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“Cosa ci fa John Elkann (presidente e ceo di Exor e di Stellantis) nel cda di Meta, la holding di Marck Zuckerberg alla quale fanno capo Facebook, Instagram e WhatsApp? La nomina, giunta a sorpresa a inizi 2025, conferma la vocazione di Elkann come investitore internazionale diversificato, con un fortissimo interesse verso l’intelligenza artificiale e le nuove tecnologie, e sempre più distante dall’Italia. Il suo interesse è il mondo, non la piccola Italia e tantomeno la vecchia Europa in forte ritardo su tutto ciò che sa di futuro e che, proprio per questo, può consentire plusvalenze a due o, addirittura, a tre cifre. Far parte del cda di un colosso come Meta (oltre 72 mila dipendenti e 134 miliardi di dollari di fatturato e 1,5 miliardi di capitalizzazione) gli fornirà un punto di osservazione utilissimo per studiare nuovi investimenti nel settore super-tech, mettendo magari a buon frutto la liquidità che arriverebbe a Exor se per caso (ipotesi tutt’altro che improbabile) Elkann decidesse di diminuire la sua partecipazione in Stellantis, che attualmente è del 14,3%, con il 23% dei diritti di voto.
Che Elkann sia interessato enormemente al redditizio settore dell’intelligenza artificiale è apparso evidente a tutti quando a settembre, in occasione dell’Italian Tech Week, evento organizzato dalla stessa Exor, quando John Elkann ha intervistato personalmente Sam Altman, il numero uno di OpenAI, l’azienda che ha dato il via al boom dell’IA generativa. Un evento che Exor ha voluto sottolineare con vari articoli sulle testate che controlla tramite Exor, cosa che non è andata giù ai giornalisti di La Repubblica, che hanno scioperato, denunciando “gravi ingerenze nell’attività da parte dell’editore, delle aziende a lui riconducibili e di altri soggetti privati”.
Un fatto che potrebbe aver contribuito alle dimissioni di Elkann dalla presidenza di Gedi, nonostante rimanga comunque azionista tramite Exor. Ma questo è un dettaglio: quello che conta è che l’evento ha mostrato chiaramente la volontà di John Elkann di puntare molto sulle tecnologie digitali, intelligenza artificiale in primis. Non che questo stupisca più di tanto: la redditività di investimenti in intelligenza artificiale e dintorni è infinitamente più elevata di quella del mondo dell’automotive. Adesso Stellantis è in fortissima difficoltà, ma se anche un domani andasse bene, non potrebbe produrre, nella migliore delle ipotesi, redditività superiori al 10%. Con le nuove tecnologie, parliamo anche di dieci volte tanto. Non c’è confronto, insomma”.