
Chiudiamo bene la porta alle spalle del 2025 e apriamo, per precuazione senza spalancarla, quella del 2026. A titolo personale il ’25 è stato un anno pessimo, per molte ragioni che alcuni lettori di questo blog sanno.
Per contro Il Times è andato bene. Sono aumentati gli abbonati alla newsletter e anche i visitatori saltuari. Sono in diminuzione quelli che arrivano dai social, sono cresciuti moltissimo i lettori che fanno ricerche su Google. E questo grazie al motore di ricerca che indicizza bene gli argomenti che tratto. Capita spesso che sulle notizie che riguardano il mondo dell’editoria venga evidenziato prima Il Times (se sono stato bravo) e poi le altre testate quotidiane italiane.
Lo sganciarsi da Facebook, e peggio ancora dall’inutile Instagram, per aumentare il numero dei lettori è per me un segnale positivo. I social hanno letteralmente capovolto il concetto di rete, sono spesso un luogo di contrasti violenti, di aggressioni verbali, di diffamazione e tutto questo non fa per me, anche se non posso rinunciare ad esserci. Tuttavia, il ritorno alle letture fuori dalla canea dei social è un segnale positivo per la credibilità e il futuro di internet.
Il blog resta nella sua forma di diario, e dunque non ha un direttore responsabile. Sono stato tra i primi alla fine degli anni Novanta a credere in questo modo di comunicare. Oggi l’idea è che il blog sia una cosa superata dall’evolversi della rete. E lo sviluppo dell’intelligenza artificiale fa un altro passo avanti e promette una rivoluzione ancora non immaginabile, dalla quale non si potrà tornare indietro. Per intanto, il piccolo Times resiste all’usura del tempo.
Voglio qui ringraziare gli abbonati, i lettori, gli amici di sempre, e tutti quelli che in questi 20 anni mi hanno accompagnato.
Auguro ad ognuno di voi un 2026 di buona salute, di moderata felicità e ai più giovani, a chi inizia la professione di giornalista, di poter raggiungere la meta di un lavoro certo, e soprattutto ben pagato. Di fiducia negli anni che verranno. E di coraggio nel non abbandonare mai i propri ideali.
BUON 2026!