giorgio levi

Da 11 anni senza rinnovo del contratto. Venerdì 28 novembre giornalisti in sciopero. Subalpina in piazza Carignano

Riprendo da Fnsi le ragioni dello sciopero.

Dopo 15 mesi di trattativa la Fieg ha offerto un aumento di pochi euro. Fnsi vuole un contratto moderno, che si occupi del futuro e che rafforzi le tutele del salario e dei diritti dei giornalisti. Le aziende invece pensano come risparmiare ancora sui giovani.

Negli ultimi 9 anni gli stipendi degli italiani sono stati erosi dal 19,3% di inflazione certificata dall’Istat. In questi stessi anni diversi contratti di lavoro nazionali sono stati rinnovati: non quello dei giornalisti, fermo al 2016. Gli editori, però, nel frattempo hanno incassato almeno 240 milioni di euro in aiuti dallo Stato e hanno alleggerito le redazioni (meno 15% di giornalisti regolarmente assunti), aumentando il lavoro precario e sottopagato: un articolo viene retribuito in media 10 euro lordi. Un meccanismo che ha garantito alla stragrande maggioranza degli editori di macinare utili.

Da 15 mesi la Federazione nazionale della Stampa italiana si sta confrontando con la Federazione Italiana Editori Giornali per rinnovare il contratto nazionale di lavoro giornalistico, chiedendo aumenti dignitosi per il recupero del potere d’acquisto, investimenti sui giovani, linee guida per governare la trasformazione digitale, a partire dall’intelligenza artificiale, idee e progetti per modernizzare l’editoria italiana con l’obiettivo di alzare la qualità del giornalismo e contrastare la disinformazione e le fake news.

I giornalisti piemontesi avranno modo di essere partecipi della protesta con l’Associazione Stampa Subalpina venerdì 28 in piazza Carignano a Torino.

L’Associazione Stampa Subalpina sarà in piazza Carignano, a Torino, venerdì 28 novembre, dalle 11 alle 12, per manifestare a sostegno dello sciopero nazionale proclamato dalla Fnsi per il rinnovo del contratto di lavoro dei giornalisti. Sono invitati a partecipare tutti i colleghi e le colleghe: la mobilitazione intende rivendicare dignità per il lavoro dei giornalisti dipendenti e dei giornalisti autonomi e precari, norme per il corretto utilizzo dell’intelligenza artificiale nelle redazioni, il riconoscimento anche economico del ruolo cruciale che il giornalismo riveste nell’ordinamento democratico del nostro Paese. Perché «il nostro lavoro vale». Diciamolo forte insieme, colleghe e colleghi, venerdì mattina, in piazza Carignano, a Torino.

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