giorgio levi

Il Fatto Quotidiano è immacolato o incassa finanziamenti? Una ipotesi c’è: il business dei talk con Travaglio e Scanzi nei Paesi extra Unione Europea. Su Il Riformista. La risposta dell’editore: “E’ diffamazione”

Questa immagine pubblicata sui social, costruita con AI, ironizza sulla “purezza” editoriale del Fatto Quotidiano

Come tutti sanno Il Fatto Quotidiano si fa vanto, nella testata stessa, di “Non ricevere alcun finanziamento pubblico”. Facendo intendere che i concorrenti invece scavano nella marmellata dello Stato e portano a casa vagonate di denaro pubblico. Invece, non si tratta che di uno slogan pubblicitario. Quotidiani come La Repubblica, La Stampa, Il Corriere della Sera e quasi tutti gli altri nazionali non incassano denaro pubblico. Gli unici ad usufruire di questa opportunità prevista dalla legge sono LiberoFoglioManifestoAvvenire, ItaliaOggi. Perciò il Fatto rimesta nel truogolo per dare l’impressione ai suoi lettori di osservare principi di onestà e purezza intellettuale.

In realtà non sembra così. Aldo Torchiaro, giornalista de Il Riformista, è andato a scavare nelle pieghe del bilancio del Fatto. Ecco che cosa ha scoperto.

È stato presentato il bilancio di SEIF S.p.A, la società editrice del Fatto Quotidiano e proprietaria della casa di produzione Loft Produzioni. Un documento che, più che rassicurare, solleva interrogativi pesanti come macigni: sulla gestione e sul futuro stesso del gruppo editoriale. La voce più clamorosa riguarda la Loft S.r.l., società nata dallo spin-off del comparto video di SEIF. Valutata con perizia giurata in oltre 12 milioni di euro, Loft oggi risulta un buco nero nei conti del gruppo: a fronte di vendite per 3.370.827 euro, ha registrato una perdita secca di 1.326.105 euro. E qui la domanda è lecita, anzi obbligatoria: in base a quali criteri si è arrivati a una valutazione di 12 milioni?

L’intera operazione di spin-off si reggeva su una previsione di utili per il 2024 pari a 482.000 euro, con un fatturato previsto di quasi 5 milioni di euro. Ma la realtà ha smentito clamorosamente le promesse: le vendite sono inferiori del 32% rispetto al piano e invece del profitto atteso, si è verificata una perdita tripla rispetto agli utili stimati. Eppure, nel bilancio consolidato pubblicato da SEIF ad aprile, si legge che “la società Loft S.r.l. opera normalmente”. Una frase tanto rassicurante quanto sconcertante, considerando che è proprio la valorizzazione di Loft a tenere in piedi il patrimonio netto consolidato. Se quella perizia — oggi smentita dai numeri — fosse rivista o corretta, il capitale netto della capogruppo SEIF cadrebbe sotto zero, con l’obbligo di ricapitalizzazione o peggio: messa in liquidazione.

Il nodo è serio: perché il Consiglio d’amministrazione non ha svalutato la partecipazione in Loft, a fronte di risultati che ne contraddicono ogni ipotesi ottimistica? E ancora: com’è possibile che una società con appena 200.000 euro di cassa sia stata valutata oltre 12 milioni soltanto in virtù di un business plan rivelatosi del tutto fallace? Non mancano infine gli aspetti misteriosi. Ad esempio, la voce di bilancio relativa alla vendita di servizi Loft a clienti internazionali fuori dall’Unione Europea. Saremmo lieti di sapere in quali paesi, tra Oceania, Africa o Asia, si esportano i talk show italiani con Marco Travaglio, Andrea Scanzi e Luca Sommi. Ma soprattutto: chi compra, e quanto paga? Non è chiaro, e in assenza di nomi e contratti, l’operazione per non prestarsi a sospetti di alcun tipo avrebbe richiesto ben altri dettagli”.

Da parte sua Il Fatto Quotidiano precisa quanto segue.

“In riferimento all’articolo pubblicato il 25 giugno 2025 sul quotidiano Il Riformista, a firma di Aldo Torchiaro, nonché ai numerosi post apparsi su profili Twitter e Instagram che sollevano dubbi sulla regolarità dei bilanci di SEIF S.p.A. e sulla provenienza dei ricavi della controllata Loft Produzioni S.r.l., SEIF precisa quanto segue:

Relativamente ai clienti internazionali, si tratta di una commessa affidata dal Gruppo WB Discovery, società multinazionale con sede a Londra (Regno Unito, Paese extra-UE), per la realizzazione di programmi televisivi destinati alla distribuzione da parte di Discovery Italia S.r.l. sul Canale 9. In merito alla valutazione, pari a oltre 12 milioni di euro, attribuita alla controllata Loft Produzioni S.r.l. in occasione dello spin-off, si segnala che tale operazione è stata supportata da una Relazione Estimativa Asseverata e pubblica, redatta da un professionista indipendente. Il documento è disponibile per la consultazione presso la competente Camera di Commercio.

A tutela della propria reputazione, SEIF ha conferito mandato ai propri legali affinché valutino i contenuti diffamatori rilevabili nell’articolo in questione e nelle comunicazioni diffuse sui social media“.

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