giorgio levi

Addio a Padre Ralph, con la corazzata “Uccelli di Rovo” affondò Retequattro di Mondadori con il flop “Venti di Guerra”

Leggo che è morto Richard Chamberlain, aveva 91 anni. Fu il protagonista di Uccelli di Rovo la prima fiction trasmessa da Canale Cinque che ebbe un successo di pubblico (e di raccolta pubblicitaria) senza precedenti nella storia della televisione. Era il 1983.

Quante notti insonni per noi di Retequattro (proprietà Mondadori) che eravamo i più diretti concorrenti di Canale Cinque (Fininvest di Silvio Berlusconi). La fine di Retequattro (ceduta un anno dopo allo stesso Berlusconi) cominciò proprio con Uccelli di Rovo.

Per arginare la valanga Retequattro comprò ad una cifra da capogiro Venti di Guerra, che solo in campagna pubblicitaria costò più di 20 miliardi di lire. Venti di Guerra era un colossal ambientato nella Seconda Guerra Mondiale, con star del calibro di Robert Mitchum e Ali MacGraw, prodotto a puntate da Paramount Television, trasmesso negli Usa dalla Abc, con punte di 80 milioni di telespettatori.

Ricordo ancora, come fosse ieri, la festa affollatissima di presentazione di Venti di Guerra. Avevamo prodotto ogni tipo di costoso gadget da distribuire ai giornalisti e ad una marea d’invitati. Un paio forse li ho conservati. Persino Topolino venne usato dalla Mondadori nella campagna di lancio. La copertina del n° 1460 (20 novembre 1983) fu interamente occupata da Mickey Mouse che indossava l’uniforme della Marina.

Fu una sconfitta puntata dopo puntata. Un crollo di audience, tutto a favore di Uccelli di Rovo. Ogni settore di Retequattro (compreso il mio dello sport) vennero coinvolti in questa disastrosa operazione mediatica. Poco più di un anno dopo Retequattro accusava un buco di bilancio di svariati miliardi (non solo per la fiction) che rischiava d’inghiottire l’intera Mondadori, che a quel tempo aveva più di mille dipendenti ed era l’editore più grande d’Italia. Alla chiusura della rete alcuni di noi vennero assorbiti dal vincente della partita Silvio Berlusconi. Io rimasi in Mondadori per svariate ragioni professionali e per una politica, che fu determinante nella mia scelta. Certo, non potevo sapere quello che sarebbe accaduto alcuni anni dopo, nella cosiddetta guerra di Segrate.

Ma questa è un’altra storia.

Lascia un commento