
Ho aderito e firmato il manifesto del movimento “Sinistra per Israele. Due stati per due popoli” perché sono un uomo che si riconosce nei valori della sinistra e perché credo che questa sia da sempre la soluzione migliore e più giusta per israeliani e palestinesi. Tuttavia, dopo la dichiarazione di guerra di Hamas a Israele del 7 ottobre la montagna da scalare nega il desiderato orizzonte.
Per qualche ragione. In due anni non ho sentito un solo palestinese (non dico a Gaza, che sarebbe anche comprensibile) ma nel mondo, negli Usa, in Europa, in Italia dire che Hamas governa come una dittatura feroce e sacrifica come scudi umani il suo stesso popolo, i suoi figli, i propri bambini. Mai una voce dissidente. Mai una voce di una donna o un uomo di cultura palestinese che dicesse che il 7 ottobre è stato un massacro di proporzioni inaudite. Mai una parola sugli israeliani rapiti e sottoposti a prigionie inumane. Mai. Tutti consenzienti? Non so dare una risposta. Mi piacerebbe, ma intorno c’è solo il deserto.
Quello che so è che in questi giorni decine di migliaia di israeliani sono in piazza per protestare contro il governo e l’assurda volontà di radere al suolo l’intera Gaza con migliaia di morti.
Quello che so è che organizzare una manifestazione pro Israele per riaffermare che questo Stato ha l’inalienabile diritto ad esistere (che i palestinesi negano nella loro costituzione) in una piazza è impossibile. Ondata di pro pal sono sempre pronti a menare le mani, e non per modo di dire. Sono i propagatori dell’antisemistismo, mettono insieme l’essere ebreo e l’essere israeliano, non distinguono Netanyahu dalle opposizioni di uno stato democratico. I nemici da ammazzare sono gli ebrei, tutti.
Vorrei che i palestinesi potessero vivere nella loro terra, Cisgiordania compresa. Vorrei che i palestinesi di una Gaza ricostruita si sentissero a casa, come si sentono a casa le decine di migliaia di palestinesi che vivono e lavorano liberamente in Israele. Nelle industrie, nelle università, in Parlamento. Vorrei che i palestinesi cacciati a pedate dai loro cugini arabi di Egitto e Giordania sapessero di avere in quella terra un rifugio sicuro. Dove i loro figli potessero crescere senza essere coltivati all’odio per i vicini di casa.
Vorrei una manifestazione di piazza pro Israele senza i cordoni della polizia, senza che ogni ebreo di questo Paese si senta minacciato, senza che ogni ebreo italiano debba rinunciare alla kippà per timore di essere preso a randellate, senza i blindati militari davanti al tempio, senza la necessità di rinunciare al mio cognome quando prenoto al ristorante. Perché a questo siamo arrivati.
La pace ci sarà quando i palestinesi si saranno sbarazzati di Hamas. L’Europa si è sbarazzata dei nazisti, anche per volontà del popolo che ha imbracciato le armi e ha combattuto.
Ora, è il momento per i palestinesi di dimostrare che Hamas è come Hitler e che non li rappresenta.
Sig. Levi buongiorno . Sono un appartenente alla sinistra riformista del nostro Paese , o se preferisce , più precisamente , un iscritto al PSI , da esattamente 50 anni . Non sono ebreo , lo preciso , ma sono molto , molto sensibile alle ragioni dello Stato (legittimo , anzi , ultra-legittimo !) di Israele , Stato che dalla sua fondazione , nel 1948 , fino ad oggi , ha dovuto difendersi da chi lo vuole non contrastare , ma SOPPRIMERE !!! Da allora Israele ha stipulato trattati di pace con gran parte dei suoi ex nemici , in primis con la Repubblica di Egitto , ma ancora Iran e complici negano a questo stato il proprio sacrosanto diritto di esistere .
Volevo solo dirle che condivido IN PIENO le sue parola scritte sul sito “Il Times” del 26 marzo , sulla necessità che i palestineasi (onesti e non conniventi con Hamas) scendano in piazza contro questa organizzazione terroristica che ha causato , dal 7 ottobre 2023 , circa 50.000 morti palestinesi a causa della legittima reazione di Israele , fra i quali , a quanto si sa non certo dalla propaganda di Hamas ma da fonti più attendibili , almeno un 40% sono rappresentati da civili innocenti .
Anche io apprezzo “Sinistra per Israele , e conosco di persona e stimo Luciano Bellipaci , che si spende tantissimo per questa associazione .
La saluto con molta cordialità , sig. Levi ,
Umberto Blasimme , da Milano .
sig. Blasimme, la ringrazio molto. Guardi, nemmeno io sono ebreo, sono battezzato e cattolico. Lo era mio padre, che aveva perso ben 15 famigliari ad Auschwitz. Per lui Israele era un Paese sacro e il suo grande timore era che l’antisemitismo tornasse a farla da padrone. Proprio come adesso. Io fino ad ora mi sono tenuto lontano, anche per via della mia professione di giornalista e per la posizione che occupo in qualche organismo di categoria, ma ora sono stanco di stare defilato. Utilizzo il mio blog per dire come la penso e molto i social, dove vengo anche minacciato qualche volta. Ma l’unica cosa che credo di saper fare è scrivere. Nel 1991 un gruppo di naziskin venne a casa mia a disegnarmi le svastiche sul portone di casa, con un biglietto con scritto via i sionisti dall’Italia. Le indagini della Digos non portarono a nulla. Mi consigliarono di avere qualche cautela quando uscivo di casa al mattino per andare a lavorare. Ora ci siamo di nuovo. Sono vecchio, ma non ho perso la voglia di andare in battaglia. La saluto cordialmente, anche io stimo molto Bellipaci e se lo vede me lo saluti. Cordialmente, da Torino.