giorgio levi

Marco Rizzo, il compagno trasformista . Il tandem con Vannacci sotto il 3 per cento

In queste settimane ho riportato poche notizie dal mondo dei giornali. La ragione è che nulla si muove dentro una crisi dalla quale l’editoria non sembra poter uscire.

Il crollo dei quotidiani di carta è impressionante. E’ una frana per La Repubblica, Il Corriere della Sera, La Stampa, che boccheggia a 47 mila copie con il fiato sul collo del Resto del Carlino a 45 mila copie, ora ad un passo da quello che un tempo era il terzo quotidiano d’Italia.

L’online migliora sul fronte degli abbonamenti, ma non copre le perdite della carta e della pubblicità, i cui dati restano misteriosi. L’editoria è dunque uno stagno, dove tutto tace. Così, in questa scarsità di notizie, che da 15 anni, sono l’elemento trainante di questo blog ho pensato di allargare le informazioni anche ad altri campi.

Ho scelto così politica ed economia, due settori nei quali ho avuto esperienze professionali nei giornali. Ma più che politica ed economia in generale, mi concentrerò sui personaggi che caratterizzano le notizie . Può darsi che agli ormai numerosi abbonati non piaccia questa scelta. Ad ogni buon conto cercherò di pubblicare informazioni che abbiano sempre qualche riferimento al mondo del giornalismo.

Insomma, è una prova. Vediamo se c’è maggiore materia su cui scrivere.

E naturalmente vi sarei grato, se vorrete essere così gentili, dal dirmi, nei commenti di questo blog, come la pensate.


Il primo personaggio di questa nuova serie è il compagno Marco Rizzo.

Il compagno Marco Rizzo ha una percentuale elettorale (secondo la maggior parte dei rilievi statistici) tra lo 0,5% e il 2% nei contesti migliori, con una media storica intorno all’1% nelle elezioni nazionali. Alle elezioni del 2024 la sua creatura Democrazia Sovrana Popolare ha fatto lo 0,15% a livello nazionale, ovvero 35 mila elettori.

Rizzo, forte di questo consenso popolare, ha rinnegato Stalin, suo faro illuminante per decenni e, con una giravolta da saltimbanco, si è presentato a destra, ripudiando, anche con toni perentori, il suo passato politico.

E lì a destra ha trovato, non la premier Meloni che ha un naso raffinato per le meschinità elettoriali, ma il generale Vannacci. Il quale generale vale oggi in termini elettorali (con o senza Salvini) tra l’1,5% e il 3% a livello nazionale, con un picco di circa 2,2% di preferenze personali dimostrato nelle europee 2024.

A conti fatti il tandem Rizzo-Vannacci non arriva al 3%, soglia di sbarramento. Come ben si sa, due prefissi telefonici non fanno un Grande Telefono.

Tuttavia, i media non rinunciano a far sedere Rizzo su qualche sgabello e un paio di sere fa è finito nel programma trash di Mario Giordano. Il talk politico più a destra dell’intero panorama televisivo italiano. Con lui c’era il Generale, ovviamente. E Rizzo, per rinnegare più marcatemente il suo trascorso comunista, ha detto, ad una provocazione di Giordano, che Fassino ormai si “occupa solo di profumi”.

Rizzo è così , ha un suo stile, ha tatto, una certa eleganza oratoria, come quando proclamò davanti ad una telecamera “A me piace la figa”. Spacciandola come un acronimo di chissà quale movimento.

Sì, un uomo spontaneo, ma anche cafone.

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