
La storia è vecchia. John Elkann sarebbe pronto a cedere La Repubblica. E’ un paio d’anni che lo si sente dire. Poi Repubblica è dov’è sempre stata, con qualche opportuno cambio di direzione si ricolloca ogni volta in quel centro politico laico con tentazioni a sinistra di origine scalfariana, per altro molto più timide, dove ha ancora un serbatoio, assai sottile nel cartaceo, di lettori. Migliora l’offerta online, ma tra sconti e sconticini sugli abbonamenti e sulla raccolta pubblicitaria, non si sa esattamente di che salute goda il quotidiano a questo punto dell’anno.
Ad ogni buon conto, Il Fatto trita il giass e titola: “Calabi e la strana cordata per comprare Repubblica”. E ancora: “Elkann vuole vendere”. La caccia a Repubblica sarebbe, secondo il giornale di Marco Travaglio, opera di Claudio Calabi “il manager che fu amministratore delegato di Rcs-Corriere della Sera dal 1995 al 2000, de Il Sole 24 Ore dal 2005 al 2009 e che poi ha lavorato al risanamento di Italtel”. L’interessato, cioè Calabi (76 anni, torinese), risponde ovviamente che non c’è niente di vero. E vabbè, dicono tutti così.
Sulla vicenda s’inserisce qui Open di Enrico Mentana che conferma (prendendolo da Il Fatto) che Calabi “sarebbe pronto a riunire una cordata di imprenditori dalle serie intenzioni. Calabi nega, ma secondo il quotidiano di Marco Travaglio si sarebbero già tenuti i primi colloqui tra la squadra di John Elkann (non più presidente ma ancora azionista tramite il fondo Exor) e diversi imprenditori. L’obiettivo di Calabi sarebbe quello di riavvicinare La Repubblica ai valori politici e culturali con cui venne fondata da Eugenio Scalfari e Carlo Caracciolo. Per questo, anche i potenziali finanziatori dovrebbero essere allineati a questa intenzione”. Tra i nomi che Il Fatto include nell’operazione, c’è anche quello del faccendiere ed ex giornalista Luigi Bisignani, indicato come direttore editoriale e ipotetico consulente dell’operazioni.
E’ pur vero che Gedi (La Repubblica e La Stampa) perde valore. In quattro anni ha cumulato 166 milioni di perdite. La spesa totale del fondo Exor degli Agnelli – Elkann è stata di 188 milioni. Gedi valeva 207 milioni nel 2020, oggi 78, ad essere fortunati.
Ma Repubblica non è un quotidiano per ogni stagione di bilancio. Andrebbe protetta. Con investimenti corposi a lungo termine, anche a fronte della crisi di oggi.