
Tutto nasce da una inchiesta, approfondita e assai dettagliata (che si può leggere qui) di IrpiMedia, periodico indipendente di giornalismo d’inchiesta. L’indagine condotta all’interno dei master di giornalismo italiani (10 in tutto, 3 a Milano, 2 a Roma, 1 a Torino, Bologna, Urbino, Perugia e Bari), il cui risultato è stato reso noto in questi giorni, ha portato alla luce centinaia di testimonianze relative agli ultimi 10 anni di corsi nelle scuole di giornalismo riconosciute dall’Ordine nazionale. Prima tre segnalazioni di abusi e poi un fiume di testimonianze di violenze di vari gradi e sottintesi ricatti.
I redattori di IrpiMedia hanno avuto conversazioni informali con studenti di giornalismo e redattrici. Il lavoro di approfondimento è durato 8 mesi, nel corso dei quali sono stati raccolti casi di molestie e discriminazioni da 239 studentesse e studenti. Le testimonianze sono poi state portate di fronte alle stesse scuole, agli ordini regionali e all’ordine nazionale. Ora il presidente dell’Ordine Carlo Bartoli ha convocato qui i direttori dei 10 master italiani.
Scrive IrpiMedia: “Da febbraio 2024, abbiamo intervistato 239 studentesse e studenti e quattro fonti interne ai dieci master di giornalismo attivi riconosciuti dall’Ordine. La metà delle persone sentite ha riferito di aver assistito o saputo di molestie sessuali e verbali, tentate violenze sessuali, atti persecutori, stalking, ricatti e discriminazioni di genere. Un terzo delle alunne ha descritto nel dettaglio, con nomi e cognomi, gli abusi subiti. Oltre ai racconti, ci hanno fornito screenshot, e-mail, documenti e video. Nessuna delle persone che abbiamo sentito ha sporto denuncia per ciò che ha subito.
Abbiamo scelto di non fermarci alle dolorose testimonianze che ci sono state riportate, ma di avere un confronto con i referenti delle scuole, i rettori degli atenei di riferimento, gli ordini dei giornalisti locali e l’ordine nazionale, attraverso incontri online e risposte scritte alle nostre domande. Per inquadrare le situazioni rilevate, infatti, abbiamo ritenuto utile affrontare la complessità di un sistema nel quale diverse persone in ruoli di responsabilità considerano le molestie sessuali e le discriminazioni di genere non solo un danno individuale per le studentesse, ma per la didattica e l’intera collettività”.
Infine, la Commissione pari opportunità di Fnsi scrive: “Cpo prende spunto da questo nuovo lavoro per ribadire la necessità di combattere ogni sessismo. Di più: la necessità di evitare che si creino le condizioni stesse per il proliferare di atti molesti e discriminatori; per questo si rivolge ai vertici di Scuole e Ordini con l’auspicio che si creino da subito le condizioni di attenzione e sostegno affinché le vittime trovino la forza di denunciare anche alla magistratura gli abusi subiti, che sono reato e non semplice malcostume. Sostegno e denuncia sono i presupposti per il necessario cambiamento”.
Credits
L’inchiesta completa di IrpiMedia con le testimonianze delle studentesse dei master di giornalismo