
Sono usciti i consueti dati di vendita Ads dei quotidiani, riferiti a gennaio 2024 su gennaio 2023. La tabella ve la risparmio, c’è su qualsiasi sito. Le vendite in edicola continuano a crollare. La Stampa viene data a circa 68 mila copie cartacee giornaliere. Nel 2023, che sembrava già al fondo del barile, ne aveva 10 mila in più di oggi.
Secondo quanto mi ha rivelato un molto ben informato collega della redazione torinese le copie vendute sono in realtà 50 mila, ad essere ottimisti, ha aggiunto. Il giornale viaggia verso il precipizio con un organico che sarebbe commisurato per 200 mila copie. Il Fatto Quotidiano (unico con il segno positivo) con 51 mila copie, potrebbe già averlo superato.
Il povero Tuttosport è il ventesimo della classifica, cioè l’ultimo, con 21 mila copie, persino Dolomiten (che perde più del 5%) riesce a farne 27 mila.
Il gruppo Gedi affonda anche con Il Secolo XIX a 21.250 copie.
L’ammiraglia La Repubblica è appena sopra l’asticella delle 100 mila copie, nei prossimi tre mesi si prevede che scenda sotto quella che è considerata una soglia piscologica determinante. Quel dato non passerà di certo inosservato. Tra l’altro sono scomparse tutte le voci che dicevano che Giovanni Ferrero sarebbe stato interessato a rilevare il giornale e che avrebbe già avuto, proprio su questo, un incontro con John Elkann. I Ferrero sono noti per non fare mai un passo azzardato, sarà anche per questo che continua ad essere l’azienda più florida d’Italia e la più generosa con i premi in denaro ai suoi dipendenti. Mi sa che La Repubblica può aspettare.
Resiste per ora Il Corriere della Sera che si colloca sopra le 200 mila copie, ma con una perdita dell’8,23% rispetto al gennaio dello scorso anno.
Sulle vendite online non mi soffermo nemmeno. Sono drogate dalla prima all’ultima cifra, non vengono mai forniti numeri verificabili, tutti i mesi è la stessa storia. L’unica cosa certa è che gli abbonamenti in rete, di qualsiasi quotidiano italiano, non hanno minimamente coperto le perdite della carta. E così è con la pubblicità. Ho idea che prima dell’estate capiremo dove finisce la discesa.
le copie di oggi del mio ex Secolo corrispondono a quelle che vendevamo con la sola edizione di Savona negli anni Ottanta, arrivando nel periodo del caso Teardo e con la Circe di provincia (caso Guerinoni) a 25/26.000 (e aggiungi cosa vendeva anche La Stampa); il dato regionale era sui 125/130.000. Un’era glaciale fa. Oggi in Liguria comprese le edizioni fotocopia a ponente, Savona e Imperia, di Stampa e Secolo XIX e quella regionale di Repubblica e la Nazione su Spezia non credo si arrivi a 28/30.000. Il web (pessimo il restyling del sito del Secolo dove sotto la tendina dei comuni ne mancano una barcata…) altro che sprofondo rosso, di fatto la Stampa cannibalizza quello del Secolo XIX. E il digitale? Abbonamenti a 5/9/12 eu al mese, quasi come una collaborazione di una partita Iva…🤗