giorgio levi

Selvaggia, sgasati

Ne avrei fatto volentieri a meno, in fondo chi se ne importa di Selvaggia Lucarelli. Ma un paio di giorni fa, riprendendo la linea editoriale del Fatto Quotidiano, ormai spostato su tesi sempre accusatorie verso Israele (giornale per il quale Lucarelli lavora come opinionista un tanto al chilo) ha attaccatto con un post, sulla sua pagina Fb, il New York Times. Lucarelli in sostanza sostiene che il NYT non è attendibile sulla guerra in Medio Oriente perché troppo spostato a favore d’Israele. E dunque, mente sapendo di mentire. Il tema sono gli stupri compiuti dai palestinesi sulle donne israeliane nei confini del loro Stato il 7 ottobre scorso. Le fonti del NYT sarebbero l’Idf (l’esercito d’Israele) e foto o ricordi “da cui sembrerebbe”.

Scrive la signora Lucarelli: “Del resto, sappiamo come è andata la storia dei bambini decapitati e sappiamo che Israele organizza proiezioni sull’orrore a cui invita giornalisti amici, per cui tendo ad avere scarsa fiducia nella propaganda splatter che ha due scopi precisi: deumanizzare il nemico (“guardate che animali”, “le bestie sadiche di Hamas”) e legittimare il massacro di Gaza. Dunque ribadisco il concetto iniziale: l’inchiesta del New York Times mi sembra inconsistente e fumosa, credo che sia molto probabile che alcune donne siano state stuprate“. E aggiunge: “Tra l’altro lo stupro è orrore ma le donne di Gaza, la loro psiche, i loro corpi, non se la passano meglio. Molte sono morte sotto le bombe altre sono vedove. Disabili. Profughe. Oggi, a Gaza, ci sono 50 000 donne incinte, molte partoriscono per strada, altre perderanno i bambini, qualcuna morirà di parto. Qualcuna morirà e basta, assieme ai suoi figli ancora attaccati al seno“.

Per dimostrare che lei ha fonti attendibili (il NYT non le ha, ovviamente) è andata a scovare un post pubblicato da Mondoweiss, sito che si dichiara indipendente ed equidistante in questa guerra, e che un giorno sì e l’alto pure pubblica nella homepage grandi foto di palestinesi di Hamas in assetto da guerra, riservando ad Israele velenosi post relegati in fondo alle notizie.

Per Lucarelli, che ha fatto tradurre malamente l’articolo del sito indipendente, questa è una fonte autorevole. In genere non partecipo, nei commenti, ai dibattiti su cose che scrivono personaggi della televisione o giudici in gare di ballo o starellette del piccolo schermo. Ma visto che il tema dell’affidabilità delle fonti, sollevato dalla Lucarelli è il punto chiave di chi svolge questa professione ho scritto a proposito dell’autorevolezza di Mondoweiss: “Fondato da Philip Weiss, israeliano democratico (così si definisce) che dichiara di essere anti-sionista. Ma come sarebbe? Il sionismo è la colonna portante e fondante di ciascun ebreo, è il ritorno alla propria terra, è l'”anno prossimo a Gerusalemme”. Il sionismo è l’anima dello stato d’Israele. L’ anti-sionismo è l’alibi degli antisemiti in Europa. Come può essere Mondoweiss credibile e indipendente? Io non credo a tutto quello che pubblicano i giornali, ma a chi, prima di scrivere una sola riga, si affida a verifiche lunghe e laboriose su quale sia la verità dei fatti. Ed a questo intendere che il giornalismo del NYT, fino ad oggi, è stato sempre fedele“.

Selvaggia Lucarelli che, in un delirio di onnipotenza, si pone sullo stesso piano del NYT, e lo accusa pure di non fare ricorso a fonti autorevoli, fa obiettivamente ridere. Proprio lei.

Selvaggia, sgasati, il cadreghino di Ballando con le Stelle non ti assegna una patente esclusiva, scendi dal tronetto e vedrai che fatica si fa a diventare credibili.

Nota. Selvaggia Lucarelli non risulta essere iscritta all’Ordine dei giornalisti, nè come pubblicista, nè come professionista. Come fa Il Fatto a farla collaborare? Chi se ne importa, dirà qualcuno. Invece, importa. C’è una specifica normativa che impone agli editori di far scrivere sui loro organi d’informazione soltanto gli iscritti all’Ordine. Che si fa?

2 thoughts on “Selvaggia, sgasati

  1. La signora Lucarelli ha costruito il proprio personaggio (e di conseguenza la propria “notorietà di marca”) attraverso un uso (più o meno) sapiente della provocazione. Tradizione giornalistica quest’ultima, la provocazione intendo, che vanta precedessori illustri a partire da Jonathan Swift, passando attraverso la luminosa libellistica francese, sino ad arrivare a Karl Kraus, genio assoluto del genere. Dalla qualità del lavoro della signora Lucarelli si potrebbe inferire che lo spirito del nostro tempo si sia assai deteriorato rispetto a quello della Vienna di Kraus; tuttavia sarebbe un giudizio errato oltrechè ingeneroso. Il fatto è che Lucarelli esprime opinioni per il giornale fondato da Travaglio e diretto da Padellaro. Di conseguenza, intelligente com’è, sa bene quali manicaretti saranno maggiormente apprezzati da quel raffinato convivio

  2. certo caro Beppe che è così, ma io non ragiono più quando una insignificante nana che si mette sullo stesso piano di un gigante del giornalismo come il NYT, a una come lei non la farebbero nemmeno entrare nell’atrio.

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