giorgio levi

I bambini di Hamas, gli assassini di domani?

Quando ho visto questa fotografia la prima cosa che mi sono chiesto è se fosse vera. E non frutto di un montaggio o il risultato di una manipolazione dell’intelligenza artificiale. Così, ho fatto delle ricerche. E sono risalito all’origine dell’immagine, che è stata pubblicata in rete la prima volta qui da UN Watch, una organizzazione delle Nazioni Unite che vigila sulle ricorrenti ondate di antisemitismo a livello internazionale e in particolare in Medio Oriente.

Come si può ben vedere i due bambini in piedi impersonano, in tuta mimetica e armati di mitra, due terroristi palestinesi che tengono sotto tiro un piccolo palestinese che qui è uno sporco ebreo, in ginocchio e con un elmetto in testa su cui è stata appiccicata una bandiera israeliana.

Sono tutti così i bambini palestinesi finiti sotto i bombardamenti dell’aviazione d’Israele? Penso, e mi auguro, che non sia così. Tuttavia, questa foto dice un’altra cosa. Questi tre bambini non stanno giocando nel cortile di casa, che considerata l’immagine d’Israele che i palestinesi diffondono da 70 anni potrebbe anche starci. I tre pargoli son ritratti davanti a una tribunetta molto affollata, dove si notano numerosi adulti, alcuni anche sorridenti. E’ dunque da presumere che si tratti del cortile di una scuola, che sia una rappresentazione costruita dagli insegnanti, che questa sia l’educazione che i ragazzi palestinesi ricevono dagli insegnanti.

Personalmente non ho mai visto una fotografia di bambini israeliani agghindati come questi. So invece che Israele si prende cura ogni anno, nei suoi ospedali all’avanguardia, di migliaia bambini palestinesi. E una piccola fetta di questa mobilitazione arriva anche dall’Italia, grazie alla Regione Toscana, all’Ospedale Meyer e alla Fondazione Peres. Come scriveva Redattore Sociale nel 2019: “In un anno settecento bambini palestinesi sono stati curati nei maggiori ospedali israeliani grazie al progetto di cooperazione sanitaria internazionale Saving Children. Medicine in the service of Peace, promosso e voluto dalla Regione Toscana con l’Ospedale pediatrico Meyer e la Fondazione Peres. E’ quanto emerso durante un convegno che si è svolto al Demidoff Hotel del Pratolino, a cui ha partecipato una folta delegazione di medici palestinesi ed israeliani, i pediatri delle Aziende toscane e quelli di libera scelta della regione”.

Ci possiamo immaginare un bambino israeliano curato con amore in un ospedale palestiense? No, anche perché, per ora, sono tenuti prigionieri in qualche cunicolo sotto terra.

Con questa educazione famigliare, scolastica, statale, alle future generazioni, l’ipotesi Due Stati, due Popoli non potrà mai stare in piedi. Troppo odio verso Israele. Forse Hamas sarà spazzata via ora, ma se un bambino di 8 anni è educato oggi ad uccidere un bambino israeliano tra meno di 10 anni ci sarà una nuova Hamas, più forte, più assassina, più armata.

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