
Ciao Giambruno, ti scrivo da collega a collega. Diciamo subito che le ragioni della rottura con la signora Meloni non m’interessano. E’ una faccenda anche molto delicata, considerata la posizione politica della tua compagna. Dunque, non voglio sapere i retroscena, sui quali si sono scatenati altri nostri colleghi.
Quello che ti voglio dire è che sei stato in questi anni in una posizione professionale molto avvantaggiata. Prima come compagno di una leader politica in forte crescita, poi addirittura al fianco del primo ministro della Repubblica. Ovvio, non voglio dire che lavori per via di queste fortuite coincidenze. E sono quasi certo che la premier non ha dovuto alzare il telefono per dire fatelo lavorare. Ma è chiaro che il compagno o marito del primo ministro qualche fiches da giocare sul tavolo ce l’ha. Soprattutto se lavora per una rete Mediaset, che è il gruppo che fa capo alla famiglia Berlusconi, principale e fortissimo alleato della signora Meloni. Insomma, hai avuto un grandissimo culo a trovarti nella vita al posto giusto nel momento migliore di sempre per tenerti stretto il tuo posto di lavoro.
Voglio aggiungere che in Italia, forse lo sai, ci sono circa 110 mila giornalisti iscritti all’ordine, tra pubblicisti e professionisti. Questi ultimi sono circa 30 mila e di questi appena 10 mila (più o meno) hanno un contratto di lavoro. Gli altri, cronisti e fotografi, sfangano uno stipendio ammazzandosi di lavoro come free lance, e una gran parte di questi sono i vecchi disoccupati di una volta. Nei quotidiani italiani un collaboratore, che ha scelto di svolgere questa professione in esclusiva, se è fortunato porta a casa 7-800 euro al mese. E molti hanno famiglia, una figlia o un figlio proprio come te.
Ora, se potessi dirtelo di persona, vorrei che tu riflettessi su questi dati. Io non ho mai visto i tuoi programmi (la mia tv è quasi sempre spenta) perciò non giudico il valore professionale. Magari sei bravissimo, ma questo tuo atteggiamento guascone da ragazzo fascinoso, da quello che possiamo sapere dai fuori onda, è, di questi tempi grami per il lavoro di giornalista, un insulto alla categoria.
Sono certo che avrai tempo per pensarci. Ovidio disse una volta: finché sarai fortunato, conterai molti amici, se ci saranno nubi, sarai solo. Ecco, spero che per te non sia così, ma se scendi dal piedistallo e ti guardi intorno forse capisci.
Ps. Anch’io come la tua compagna Giorgia aggiungo un post scriptum. Molti anni fa a Cologno Monzese ho trascorso un giorno intero con Antonio Ricci, per una intervista che mi avevano commissionato. E’ un uomo pazzesco, è un cacciatore di notizie e di gossip come nessun altro al mondo. Ha collaboratori sparsi in ogni angolo di studio televisivo pubblico o privato, compresi quelli della sua stessa azienda. Forse non lo sapevi, ma nessuno ti ha mai detto, in tanti anni, che in uno studio televisivo dove volteggiano microfoni ovunque non si dicono cazzate come se fossi in una birreria? Beh, ora lo sai.
Auguri sinceri per il tuo futuro professionale.
Tutti in piedi sul divano! (come diceva il grande Meda ai tempi di Valentino Rossi). Bravissimo Giorgio.