giorgio levi

John Elkann investe sui microbi

Lo so, sarebbe troppo facile fare un battuta, perciò la risparmio. Molto più seriamente la notizia arriva da AffariItaliani che a sua volta riprende MilanoFinanza.

In sintesi.

Elkann ha deciso di puntare sulla società Indigo di Boston specializzata nella cattura di Co2 e nello sviluppo di microbi biologici da applicare ai semi per raccolti più produttivi. A guidare il maxi-investimento è stato Flagship Pioneering, mentre Lingotto sarebbe il secondo investitore per importo messo nella startup americana. Ai due si è poi unito il fondo pensione dei dipendenti statali State of Michigan Reitrement Systems. Indigo è attiva su numerosi fronti dell’agribusiness.

L’obiettivo è “sviluppare microbi ecologici che potrebbero essere applicati ai semi per produrre raccolti più produttivi senza stressare i terreni e migliorano in particolare le rese di cotone, grano, mais, soia e riso. Per esempio, il primo prodotto lanciato è stato Indigo Cotton, un trattamento delle sementi contenente batteri isolati dalle piante di cotone che ha lo scopo di migliorare le rese in condizioni di siccità”.

La domanda è perché un produttore di auto e maggior editore di quotidiani in Italia investe in agricoltura? Credo di non sbagliare dicendo che questa è la strategia su cui Exor si è incamminata già da tempo, anche lontano dai suoi investimenti tradizionali. Se è rassicurante o preoccupante per chi lavora nei suoi giornali non lo so. Quello che è certo che è il business non si raccoglie sotto casa, ed Exor ha già numerose diversificazioni nel suò portafoglio. Dunque, Elkann fa benissimo a entrare scandagliare nuove forme di business. Se sarà un bene lo diranno i suoi soci e soprattutto i mercati. Ma se sarà un bene, sarà un bene per tutti.

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