giorgio levi

Riannodiamo i fili

Sono stato molto in forse se riprendere il cammino di questo blog che da 12 anni esplora il mondo del giornalismo e dell’editoria, soprattutto di Milano e Torino. Quando ho iniziato ero uno dei pochissimi che andava in cerca di notizie nel sottobosco di questa professione così complessa, chiusa, contradditoria, molte volte inaccessibile. Avevo però bravi colleghi che m’informavano, che mi raccontavano quello che accadeva nelle loro redazioni, che mi fornivano spunti per indagare, cercare verità diverse, provare a spiegare a chi ne era interessato che cosa accadeva dietro le quinte.

Poi, con il tempo sono arrivati siti specializzati, profili e pagine sui social, newsletter, podcast. Insomma, quella piccola nicchia che mi aveva fruttato numerosi abbonamenti e un eccellente seguito di follower saltuari si era ingantita, si erano aperte porte che fino ad allora erano chiuse, sfruttando ogni via di comunicazione possibile. E i blog, non solo questo, hanno perso terreno. Un bene, ovviamente. Più c’è informazione, più c’è libertà di pensiero e di scrittura. E’ il bello della concorrenza, ma in questo caso molto più strutturata di quanto possa fare io con il mio artigianale Times.

Tuttavia, chi ha svolto questa professione, per così tanti anni (45 per la precisione) sa che arrivare primi su una notizia è la parte più eccittante del mestiere. E io in questi ultimi tre anni ho dovuto rincorrere le notizie, e spesso, debbo ammetterlo, me le sono fatte sfuggire e non sono più arrivato primo rispetto a chi ha una struttura redazionale più complessa e adeguata alla velocità a cui viaggia l’informazione. Anche quella di settore, come questa.

Così, mi sono domandato: ne vale ancora la pena? In questi mesi di sospensione estiva ho notato che i numeri di chi consulta il blog sono sempre stati discreti, non eccelsi, ma abbastanza alti. Ho anche notato che la maggior parte di chi è entrato qui a giugno, luglio e agosto lo ha fatto per fare ricerche nell’archivio del blog, che è ormai notevole per numero di notizie. Questo, forse, vuol dire che c’è chi sa che su Il Times c’è buon materiale per capire che cosa è accaduto in questi 12 anni di giornalismo dedicato all’editoria. E magari sfruttare l’archivio per costruire storie di oggi. Quindi, un blog che gode si credibilità.

Se è poco o tanto non lo so. Ma credo che sia ancora un buon incentivo per continuare. Certo, non posso più rincorrere la notizia per arrivare primo, ma cercherò nei miei post di proporre ragionamenti, di scavare di più, di farmi delle domande su temi che spesso sfuggono ad una lettura generica. Diciamo, meno articoli eclatanti e più approfondimenti.

Vedremo, per ora riparto. Naturalmente conto sempre sulla fedeltà di chi è rimasto. E anche sulle critiche, sui commenti, sul dibattito che preferirei si svolgesse qui e non sui social (anche se il blog avrà sempre un richiamo su Facebook), che è un terreno che non mi si addice più e dal quale conto di sfilarmi presto.

13 thoughts on “Riannodiamo i fili

  1. grazie mille per aver preso la decisione di continuare l’esperienza del blog. per me sempre un pozzo di informazioni. grazie

  2. tutto vero Beppe, ma come sai i vecchi giornalisti come me ce l’hanno dentro l’arrivare per primi e nulla ci fa più godere, beh nel lavoro ovviamente. Grazie per l’augurio. Sui social darò un taglio grosso, foto e video vanno bene per il resto pensò che mi staccherò un po’ alla volta.

  3. Io credo che la velocità non conti in quello che fai, la concorrenza (poi bisogna vedere la qualità) non conta. Chi ti segue lo fa per la qualità del tuo lavoro. Poi l’essere d’accordo, in disaccordo, parzialmente d’accordo fa parte del confronto ma chi ti legge sa di trovare cose non banali.

  4. Continuare! Resistere… 🙂 La professione ne ha bisogno. E poi, se uno sa scrivere bene – con tutta la spazzatura che c’è in giro – è un gran bene che scriva, è un piacere per chi ama leggere…

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