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Il Velino a fine corsa. Giornalisti senza stipendio. La redazione sfiducia il direttore-editore: “Ha demolito l’agenzia e se ne sta a Miami”

La storia de Il Velino (agenzia stampa) comincia nel 1998 quando tra i fondatori figurava il senatore di Forza Italia Lino Jannuzzi, notissimo giornalista, per anni all’Espresso, autore d’inchieste clamorose che furono al centro del dibattito politico italiano negli anni Sessanta. Jannuzzi fu il primo direttore del Velino, come lo sarà più tardi Daniele Capezzone, esponente prima del Partito Radicale e poi di Forza Italia.

Il Velino, che si occupava prevalentemente di riportare indiscrezioni dai Palazzi romani della politica, ha usufruito per molti anni di contributi pubblici all’editoria, fino a questo giorno, quando l’agenzia è stata stata esclusa dall’assegnazione dei 10 lotti per il conferimento dei fondi alle agenzie di stampa nazionali. Esattamente come Aska News, l’altra agenzia stampa in grave crisi in questi giorni.

Ora la situazione economica si è fatta drammatica con la ventina di giornalisti assunti (da 40 che erano) che a febbraio non hanno più ricevuto la busta paga e, a quanto si legge in un comunicato del Cdr, non hanno avuto alcuna assicurazione sui futuri stipendi.

Le ragioni del del decadimento finanziario dell’agenzia sono riassunte in questa nota, che i giornalisti hanno approvato all’unanimità. Allo stesso tempo la redazione ha sfiduciato il direttore ed editore Luca Simoni, già condannato in passato per comportamento anti sindacale: “Ha demolito l’agenzia. Ha abolito la figura del caporedattore e dei capiservizio mettendoli in cigs a zero ore, caso unico nel panorama editoriale italiano. Contestualmente (passando la gran parte dell’anno a Miami) ha nominato un redattore ordinario come vicedirettore”.

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